La lana cotta

Ringrazio Emilio Langhi, esperto di lana, che mi ha trasmesso che non esiste una brutta lana, semplicemente ogni tipo di lana va utilizzata per realizzazioni adeguate alle sue caratteristiche. Probabilmente è difficile indossare direttamente sulla pelle una maglia realizzata con lana sarda, ma la stessa lana può ad esempio essere utilizzata per tappeti o come materiale coibentante o magari per giacconi, e probabilmente meglio di una lana merinos. Partendo da queste considerazioni e dal fatto di voler utilizzare anche lane locali poco pregiate, ho scoperto la lana cotta. Ho recuperato da un pastore locale della lana Suffolk, l’ho fatta filare dal bravissimo e superdisponibile Silio Giannini, l’ho tinta, ho realizzato dei teli a maglia con una macchina da maglieria (finezza 3), l’ho fatta infeltrire in lavatrice con un semplice metodo trovato su internet (lavaggio ad alta temperatura, un pò di detersivo da piatti, palline da tennis per sbattere bene i teli) ed ho ottenuto la lana cotta, che è risultata molto più morbida della matassa originale e, come ogni lana cotta, ha il vantaggio di poter essere tagliata e confezionata senza correre il rischio che la maglia si disfi. Ed ecco che, con l’aiuto di una brava sarta mia conoscente, mi si è aperto un mondo nuovo! Alcuni risultati li vedete negli articoli seguenti.

pecora suffolk